Nel VIII a.C., la colonizzazione dei Greci della penisola italica meridionale, interessò anche le coste della Calabria, dove si svilupparono centri che non solo eguagliarono, ma addirittura superarono la Madrepatria per cultura e ricchezza, guadagnandosi appunto l’appellativo di “Magna Grecia”.

Sorgeva, su un promontorio che si protende al mar Jonio in una struggente bellezza detto un tempo Lacinion, a Sud della città di Crotone, uno dei più grandi ed importanti santuari della Magna Grecia dedicato ad Hera.
Decantato da molti autori dell’antichità tra cui Livio, la sua fama crebbe soprattutto nel V a.C., ed ancora oggi, racconta il fascino e l’importanza di una grande culla di civiltà, quasi sperduta nella memoria.
In tutto il XVI secolo, ma ancor di più nel preciso 1543 con il Viceré di Spagna Don Pedro di Toledo, ci fu all’interno dell’area un massiccio prelievo di materiali da costruzione per erigere nella vicina Crotone, castello e mura.

Attualmente, è uno dei più interessanti e affascinanti centri archeologici di sempre, dove sono anche visibili tuttora le rovine dell’impianto abitativo di età romana (domus, edificio termale ed una fornace). Fra tali bellezze senza tempo, si osservano anche la torre Nao, eretta con funzione di avvistamento in un periodo di frequenti incuriosi saracene, ed il Santuario della Madonna di Capo Colonna.
Ecco: Capo Colonna è questo, e molto altro.


Se non fosse però, che l’indifferenza ha portato e porta, l’intero sito ad un evidente stato di abbandono, di lavori iniziati e mai terminati. Ripresi. Abbandonati di nuovo. Un susseguirsi di incompetenza e scarsa chiarezza. A causa di una differenza di cultura, di interesse e d’amore, il mondo di oggi quasi soffoca la gloriosa storia.
L’ultimo scempio di risonanza nazionale, la cementificazione avvenuta nel 2015 davanti il piccolo Santuario allo scopo di “rendere più accessibile il parcheggio annesso e migliorare l’accoglienza dei fedeli” (area del foro) interrotta solamente dopo un ricorso al Tar, l’intervento del FAI, e giorni interi di presidi pacifici e di protesta da parte di cittadini che ancora, per fortuna, hanno a cuore la nostra storia.

Casi emblematici di cattiva gestione, sono lo specchio delle vergogne di cemento fatte di ville, scalinate private sugli scogli e cortili che, nonostante una sentenza della Cassazione, il comune capoluogo di provincia non provvede da anni a demolire e rimuovere. Ed ancora i numerosissimi reperti archeologici dimenticati appaiono ovunque, e giacciono su questo luogo sacro lottando contro le intemperie in attesa del giusto rispetto. In attesa anche noi, di quella dignità che ci spetta.


Un cantiere infinito che da troppo tempo offende la memoria, senza reali motivi, giustificazioni, ne altro. All’esterno un parcheggio isolato. Ad accogliere i visitatori un piccolo cartello con il nome del promontorio e la data di fondazione del tempio oltre una mappa dell’Area Marina Protetta che abbraccia tutto il territorio circostante.
All’interno invece, se possibile la situazione peggiora: un cantiere a cielo aperto con totem descrittivi bruciati dal sole, altri sfoderati dal vento e dalla pioggia, legati in modo precario alla recinzione stessa.


Infine è di marzo 2017, la notizia di inizio lavori per il recupero all’interno dell’edificio termale di età romana, il “mosaico di Paolo Orsi” rinominato in memoria dell’archeologo che lo scoprì. Una meraviglia coperta da sabbia ed un telo di dubbia utilità, che sembra voler volare via, per mostrare al mondo quanta sconosciuta bellezza vi è in questa Terra.
Tutto questo è inaccettabile, troppo, per quello che Capo Colonna rappresenta.

È proprio quanto scritto nell’Art.9 della nostra Costituzione «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione» ad inchiodare tutti noi cittadini, ad avere il diritto ed il dovere di controllare che chi gestisce un patrimonio tale, materiale ed immateriale, lo faccia bene e saggiamente.
E se in Italia, soltanto un valore che oscilla tra 0,4 e 0,6 % del PIL è investito in beni culturali e ricerca, lo sforzo è doppio.
Tocca allora a noi abitanti ed ereditari di fieri patrimoni, riuscire ad avere cura dei luoghi, delle tradizioni, del sapere. Cristallizzare un passato così ricco di civiltà, per annientare l’indifferenza e la differenza di un oggi così povero.

Capo Colonna è, quindi, l’emblema di questa potenza nascosta della memoria, dei silenzi che ascoltiamo e tocchiamo con gli occhi, fra il sordo rumore dell’indifferenza forse più grande della suggestione che ispira, così come è oggi, isolata sul promontorio a picco sul mare.
Magnifica, imponente, ma distante da tutto.


dicono di noi

Minimalismo è l’arte del meno. Come una filosofia di vita che si concentra su pochi elementi essenziali dell’esistenza. Il minimo indispensabile.

L’esposizione fotografica Calabria Minimalist, ha dunque l’obiettivo di dimostrare come in questa Terra magica, siano sufficienti pochi dettagli per innamorarsi. Un particolare fascino lontano dai luoghi comuni visti e rivisti, che catapulta chi osserva, in un mondo sostanzialmente diverso dove il necessario diventa il minimo. Dove la meraviglia sono i dettagli. Dove la percezione ancestrale dell’infinito sembra avere colori e forme.


Tra l’immensità del mare e quella del cielo, fra alberi che toccano le nuvole, immagini potenti e fragili raccontano una Calabria forse mai vista, passata inosservata ma con una forza capace di travolgere.
Fotografia che sorprende e sospende gli sguardi oltre che i pensieri. Che interroga ed affascina. Che stupisce, nella sua complessa semplicità.

CAPO COLONNA: MAGNA GRECIA WORK IN PROGRESS

19-21 AGOSTO - CLETO FESTIVAL (CS)


solitudine e silenzio dal passato

3 AGOSTO - CASTELLO MURAT - PIZZO CALABRO

9-10 AGOSTO - TORRE MARRANA - RICADI

calabria minimalist

le citta' dove abbiamo esposto

Il tema della prima esposizione fotografica a cura di LANDSCAPEs_calabria, è quello di raccontare la storia di luoghi e vite vissute lasciate nell'oblio del tempo. Riscoprire tesori dimenticati, andare alla ricerca di riflessi e antichi splendori, ripercorrere le silenziose tracce del passato.
 

Quello che il percorso vuole essere, altro non è, che uno stimolo alla conoscenza di queste testimonianze, che sono oggi una risposta da apprezzare, tutelare, comprendere, godere ed utilizzare come nuova e più autentica potenzialità di ricchezza.

Dunque, far risvegliare anche quell’assopita consapevolezza che la speranza del domani, è ancorata alla riscoperta dei luoghi nonché alle proprie radici.


L’attenzione, sarà attirata dalla necessaria esigenza di cogliere sfumature autentiche di una Terra incredibilmente bella e purtroppo molte volte non apprezzata e sconosciuta.

Dunque la mostra aiuta a compiere quello che è un piccolo sforzo: vedere tutto sotto un'altra ottica.

Osservare quello che ci circonda, prestare attenzione. Utilizzare gli occhi in modo diverso, per scoprire, anziché semplicemente guardare.

Successivamente: amare.

 
Solo allora, apparirà una Calabria diversa e nascosta, ruvida e fiera, orgogliosa e dimenticata.
​Una Calabria dal fascino lento e duraturo. 

L’idea dell’esposizione fotografica, prende vita da un’esigenza precisa: far riscoprire la timida bellezza della Città, cercando di cogliere le sfumature più autentiche della sua complessa e articolata essenza, che sono memoria e presente di un Capoluogo che spesso dimentica l’importanza dell’identità.

 
Una raccolta di fotografie istantanee, che racconta angoli sconosciuti e punti di vista differenti, ricercati, proprio come dimostrazione che osservare per conoscere può diventare la chiave per una nuova vita.


Dettagli inediti, riferimenti, luoghi segreti ed abbandonati. Un vero viaggio alla scoperta dei tre colli, anche attraverso gli occhi di chi vi abita. Perché in fondo l’anima di Catanzaro è viva ma assopita. Cullata dal vento, in questa alta terrazza librata verso l’incredibile azzurro del Mar Jonio.


Così la ricorda Giovanni Pascoli:

[...] la parte alta della città che sembra voglia svincolarsi dal declivio collinoso su cui riposano le sue case, e forse desiosa di azzurro e di verde tende a stendersi, risalendo coi suoi fabbricati, ancora in alto, verso le montagne presilane che poi azzurramente cupe degradano sino, a poco a poco, a raggiungere le acque silenziose del classico golfo di Squillace. È sempre bello a vedere questo giardino, nei tepidi pomeriggi di autunno e nelle primavere aulenti, nelle fresche mattine d'estate e nelle luminose giornate d'inverno [...].

 
Così, dovremmo osservarla anche noi, rispettarla ed innamorarci di Lei. Ogni giorno.

Catanzaro: @rizzi's made in calabria - 16 aprile-05giugno 2016

 

Milano: @chiamamilano - 13-18 giugno 2016

 

Isola capo RIZzuto - Le castella: 25luglio-07agosto 2016

 

Cleto: @cletofestival - 19-21 agosto 2016

 

ROMA: @DODICIPOSE - 10 NOVEMBRE 2016

 

LAMEZIA TERME: @BIBLIOTECA COMUNALE - PALAZZO NICOTERA - 27-30 DICEMBRE 2016

 

Pizzo Calabro: @callipo gelateria - 03gennaio-03marzo 2017 


STILO: @Ex convento di san francesco - 13-18 aprile 2017